La passione? È ossessione, scaramanzia, illusione. Perfino violenza.
Insomma, una follia.
I sintomi dell'amore sono molti e variegati, ma storicamente si è sempre pensato che l'ossessione sia quello fondamentale, il disturbo psicologico principale dal quale derivano tutti gli altri. In una certa misura è una posizione ancora valida. Quasi costantemente pensieri e immagini della persona amata precedono e sostengono stati emotivi estremi, come la malinconia e l'estasi. E l'ossessione sembra essere la causa prima di svariati sintomi «fisici» legati all'amore: insonnia e inquietudine sono in genere associate al pensiero ossessivo. Ma che cos'è l'ossessione? Sotto l'aspetto psichiatrico produce un effetto domino, il collasso in serie dei quadri di comando del cervello. Una volta innescato il pensiero ossessivo, una dopo l'altra intervengono nuove complicazioni.
Impossibile toglierselo dalla mente
Secondo la medicina attuale, la diagnosi associata più strettamente al pensiero ossessivo è quella di disturbo ossessivo compulsivo (Doc). Di solito, chi ne è affetto manifesta pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che generano uno stato d'ansia o di disagio. Il paziente prova quindi a ridurre il livello d'ansia assumendo particolari comportamenti, di solito accompagnati da un senso di compulsione (cioè da un impulso che lo obbliga a comportarsi in quel modo). Gli esempi più noti sono una preoccupazione eccessiva per la pulizia e il controllo. Una volta affermatisi, in genere i comportamenti compulsivi diventano rituali, nel senso che per produrre una diminuzione dell'ansia devono essere eseguiti in un modo particolare o secondo un certo standard soggettivo.
Fino a che punto, allora, c'è corrispondenza tra disturbo ossessivo compulsivo e amore? L'accostamento più ovvio è che, sia i pazienti di Doc sia gli innamorati, sembrano incapaci di governare la mente. Pensieri e immagini penetrano nello stato cosciente e non possono essere rimossi. Anche se per chi s'innamora questa esperienza è all'inizio gradevole, ben presto diventa problematica. I pazienti Doc spesso trovano difficile svolgere i compiti quotidiani perché continuamente distratti dalla loro «attività» interna, che può rivelarsi molto invalidante. Lo stesso può dirsi degli innamorati. Ma anche se il principale elemento in comune è l'ossessione, tra innamorati e pazienti di Doc esistono molte altre analogie. Prima di ogni appuntamento, gli innamorati si dedicano a lunghi e minuziosi rituali di lavaggio e pulizia. Per prepararsi in modo adeguato prestano massima attenzione all'igiene personale, passando in bagno lo stesso tempo di molti pazienti affetti da fobie di contaminazione. Quando sono separati, provano spesso il forte impulso a ristabilire un contatto con il partner, una sensazione che può rivelarsi decisamente incontenibile, annientando qualsiasi proposito di “rimanere freddi”. Di norma, le compulsioni di questa natura riducono l'ansia e il disagio, ma come nei casi clinici il sollievo è di breve durata, per cui ben presto ritornano, spesso con intensità maggiore. Gli innamorati tendono a rimuginare e a preoccuparsi eccessivamente che la relazione «non funzioni». Oltre a questo, l'ansia può essere aggravata dall'intrusione di pensieri e immagini perturbanti, che in genere riguardano l'infedeltà della persona amata o la sua storia sessuale. Gli innamorati sono molto scaramantici. Di solito attribuiscono un significato particolare a episodi fortuiti. La canzone che fa da sottofondo al primo appuntamento diventa “la nostra canzone”, una sorta di totem dell'amore in grado di riavvicinare una coppia quando le cose non vanno troppo bene. Gli innamorati hanno ristoranti speciali, tavoli speciali e vini speciali, rituali che vanno ripetuti in giorni speciali.
La amo? Allora mi amerà anche lei.
Una delle caratteristiche più bizzarre del disturbo ossessivo compulsivo, strettamente correlata al pensiero scaramantico, è il fenomeno noto come fusione pensiero-azione. Il termine viene utilizzato da psicologi e psichiatri per indicare chi crede che gli eventi mentali possano influenzare gli eventi del mondo reale. Gli innamorati provano frequentemente qualcosa di molto simile alla fusione pensiero-azione, di solito sotto forma di desideri intensi. Nei primissimi stadi di una relazione, un innamorato può tentare di far succedere un incontro casuale semplicemente pensandoci. Invece di pensare: «Speriamo che oggi sia alla fermata dell'autobus», l'innamorato ripete dentro di sé: «Devi esserci, devi esserci, devi esserci». Frasi del genere sono ripetute più volte, il che suggerisce una fiducia recondita nel fatto che uno sforzo continuativo possa agire come un influsso. I pazienti Doc dubitano praticamente di tutto: di essere sufficientemente puliti, di avere spento un elettrodomestico, di avere ricordi attendibili, di potersi fidare dei loro sensi e dell'efficacia di un particolare rituale per allontanare un pericolo. Come i pazienti ossessivi, gli innamorati non fanno che domandarsi: «Ho un bell'aspetto?», «Avrei dovuto dirlo?», «Che cosa avrà voluto dire?», «Sto correndo troppo?», «Dovrei mandarle un messaggio?», “Lui lo sa come mi serve?”
Gli innamorati, soprattutto quelli insicuri, sono spesso in un continuo processo auto-inquisitorio.
Ipnotizzati dal canto di una sirena
Di tutte le compulsioni associate all'ossessione, quella che spinge all'inseguimento è forse la più forte. E’ come se l'immagine della persona amata, perennemente sospesa nello stato cosciente, esercitasse un'attrazione da cui è impossibile difendersi. Una sorta di miraggio, un richiamo, un'esca irresistibile. Anche nel silenzio più assoluto, l'amante ossessivo continua a sentire il canto di una sirena. Seguire come un'ombra la persona amata è una faccenda pericolosa. Tra gli eccessi dell'amore, questo è il comportamento che più spesso impaurisce o reca offesa. Anche se l'innamorato vive l'inseguimento come un atto di devozione, la persona che lo subisce può facilmente interpretarlo come una sgradita invasione della privacy, o addirittura una molestia. L'amore ossessivo in combinazione con l'inseguimento compulsivo, viene oggi definito erotomania o sindrome di “de Clérambault” e la sua caratteristica principale è una fissazione amorosa. Il paziente è convinto che un altro individuo, col quale ha avuto pochissimi o inesistenti contatti, sia innamorato di lui. Si tratta in genere (ma non sempre) di donne, irresistibilmente attratte da uomini con una posizione sociale più elevata o rispettata, perfino personaggi pubblici o celebrità. Quasi invariabilmente, il "malato" è convinto che sia stato l'altro a innamorarsi e a dichiararsi per primo, e che tale dichiarazione sia troppo sottile perché gli altri possano coglierla, oppure venga inviata nella forma di un messaggio cifrato che soltanto il soggetto può comprendere. Una volta che il "soggetto" ha etichettato come amoroso il comportamento dell’oggetto, lei (o lui) ricambierà il sentimento. Se viene respinto, escogiterà delle ragioni per spiegare (o scusare) il comportamento dell'oggetto. Spesso queste giustificazioni risultano diabolicamente complesse, ma in definitiva permettono al soggetto di continuare a credere nell'amore dell'oggetto. Si tratta di un'efficace forma di difesa, in grado di ridurre alla completa impotenza qualsiasi rifiuto, per quanto esplicito ed estremo. A parte la loro fissazione amorosa di fondo, per tutto il resto i pazienti della sindrome di “de Clérambault” si comportano in modo normale.
Molestatori o inguaribili romantici?
Sotto molti aspetti, i pazienti di erotomania hanno tutte le caratteristiche di un amante romantico. Sono instancabili. Non si lasciano scoraggiare dalle differenze sociali o culturali. Il loro è un amore trascendente, mistico e voluto dal destino. Sono convinti che il vero amore possa superare qualsiasi ostacolo. Non solo, ma persino le caratteristiche più fastidiose dell'erotomania corrispondono, più o meno, all'esperienza dell’amore “normale". Può darsi che le persone normali non ricorrano a "pedinamenti" in senso stretto, ma se sono innamorate moltissime manifesteranno un comportamento che rientra in quella gamma, come fare in modo di trovarsi in un certo posto a una certa ora per aumentare le probabilità di un incontro "fortuito". Nel caso si venga respinti, non è raro distorcere la realtà a scopo di difesa psicologica: «Ultimamente è molto stressata. Sono certo che in realtà mi ama. Le riparlerò tra qualche giorno».
È possibile allora che quello che gli psichiatri indicano come una malattia mentale sia in realtà soltanto un eccesso di amore romantico? Forse la maggioranza degli erotomaniaci sono eroi romantici che hanno ricevuto un «no» come risposta. Il "disturbo" sarebbe quindi determinato molto più dalla risposta dell'oggetto, che non dallo stato mentale del soggetto. Quando invece il sentimento è corrisposto, le questioni legali svaniscono. Rispondendo «si» anziché «no», l'oggetto dell'amore trasforma una lugubre ossessione in una splendida storia d'amore.
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