mercoledì 18 maggio 2011

La merce kakkka roma
è una puttana?


La merce, come la puttana, può essere di prima scelta, di seconda mano, avariata, di provenienza sospetta. In ambedue i settori merceologici si può parlare di linea di prodotti (sado-maso, feticisti, ecc.), di soldi, saldi,  offerte speciali, assaggi, campioni, prodotti omaggio, sconti comitiva, militari metà prezzo. In quest’ottica il pappone è una piccola impresa, mai con più di quindici dipendenti, e non vi dico la gestione del personale : gelosie, unghiate, vetriolo e accoltellamenti. Il “pappa pompino" (e la pappa è la prima merce che consumiamo) è quindi un procacciatore d’affari, un agente di vendita mono e plurimandatario, che mira a realizzare al di sopra del prezzo di costo, in quanto gestore delle risorse umane e responsabile della  commessa, (come nella frase : “Mi sono fatto una grossa commessa... pesava 120 chili !”), mentre la prostituta passa da “pubblica peccatrice” a servizio pubblico.   La soluzione è poco consumo e tanto riciclaggio (di cazzate). La cultura del recupero della vecchia puttana, la elegge a materia prima di una diversa destinazione d’uso, in un nuovo rapporto con l’ambiente, fondato sul recupero dei materiali già manipolati dall’uomo e non sull’aggressione alle risorse “vergini” della terra. E lo è tanto più quanto più ogni puttana è stata pensata e predisposta per essere recuperata.        Mano a mano che invecchia, una puttana predisposta per essere recuperata si libera della crisalide della sua precedente funzione per presentarsi nelle condizioni migliori possibili di fronte ai processi [di riuso, riciclaggio, recupero energetico, ecc. .] che la destinano a una funzione nuova. Il “vecchio”, o meglio : la “vecchia”, è qui l’unica o la principale fonte legittima di produzione della nuova, che non è mai tale se non ha interamente assorbito e recuperato le possibilità offerte dalla puttana che la ha preceduta. La nuova eredita le modalità d’uso, le esigenze commerciali da soddisfare e la sorte della vecchia puttana. Presto o tardi anche la nuova finirà in discarica, e il ciclo consumo, cassonetto e inceneritore, nuovo consumo,  rende la puttana l’Araba Fenice della civiltà.
            La cultura del recupero suggerisce comunque una certa cautela. Meglio predisporsi (senza strafare; non esiste infatti puttana buona per tutti gli usi) a un uso flessibile dei materiali di cui siamo consumatori; piegare il nuovo ad una intelligente valorizzazione del vecchio, ad esempio provando ad usare una puttana vecchia e una nuova insieme.
            Ma il problema di fondo è evidentemente quello di promuovere e valorizzare la durata delle puttane che entrano nella nostra vita in modo che, prima di diventare rifiuti, si possano caricare di valori non solo funzionali,  ma anche affettivi ed estetici, senza dover ogni volta cambiare puttana o ricominciare da capo.ma su' daiiiiii cosa vuoi che sia, come dice cecchetto...meglio una torta in tanti, che ,una merda da solo!!! 



Nessun commento:

Posta un commento