giovedì 30 dicembre 2010

L'ultimo dell'anno degli sfigati di paltalk.....

                    qualcuno in particolare......


Come trascorre la sera che conduce all’anno nuovo uno sfigato doc? Qualcuno potrebbe anche essere indotto a pensare che lo sfigato d’origine controllata e protetta passi la sera dell’ultimo dell’anno, in completa solitudine, ad aggiornare il proprio blog, oppure leggendo quello degli altri e lasciando commenti ruffiani al solo scopo d’incrementare l’esangue traffico del proprio sito che tratta di come appallottolare il muco nasale senza che ne rimanga traccia sulle dita, per poi lanciarlo, con precisione certosina, attraverso un coordinato movimento del pollice e dell’indice, in modo che quest’ultimo funga da catapulta (dalle mie parti questa sopraffina tecnica amanuense si chiama “ghega” ).
Oppure, ribaltando la prospettiva, si potrebbe ritenere sfigato colui che spende duecento euri(come esempio lampante possiamo citare TAVERNELLO!) per farsi derubare in qualche bettola che si fregia erroneamente del titolo di ristorante gommato Michelin e che normalmente offre le stesse pietanze a dieci euro e cinquanta, tipo menù fisso per camionisti, ma in cui questi serissimi ed incorruttibili indicatori di buona ristorazione non entrerebbero mai, se non per parcheggiare il proprio mezzo nel bel mezzo della cucina, il che rappresenterebbe una tragedia per la moltitudine di topi e pantegane che vi dimorano da tempo immemorabile, pur lamentandosi per la scarsa qualità del cibo a loro offerto dai gestori in cambio di occhi chiusi da parte dei grigi, che non sono una razza di alieni, bensì dei tizi che, se non emetti uno scontrino per aver regalato una caramella a quel simpatico bambinello che accompagna sempre la signora LAONquando viene a comprare le sigarette, ti sbatte in galera e butta via la chiave, mentre se evadi milioni di euro di tasse non ti fanno niente, anzi, magari ti danno pure una medaglia e ti intitolano una via, magari senza nemmeno diventare presidente del consiglio, che, diciamocelo, è una vera e propria rottura di balle.
Oppure, lo sfigato potrebbe essere chi si vuole divertire a tutti i costi ed allora si presenta gasatissimo (un'altro esempio lampante...BLOWME O MEGLIO... POMPINO!)alla festa organizzata dalla combriccola d’amici che ha cercato in tutti i modi di tenergliela nascosta, ma che alla fine ha ceduto alla pena che prova per la sua squallida esistenza d’eterno co.co.co, e allora lo sopportano anche quando dopo dieci minuti si dichiara già ubriaco ed inizia ad importunare tutte le signore presenti e ad improvvisare improbabili passi di break-dance, con la cravatta legata attorno alla testa a mo’ di bandana, tra l’imbarazzo generale di chi non solo non ha il coraggio di fargli notare quanto è ridicolo, ma anche che l’aperitivo che ha bevuto è assolutamente analcolico.
Ma la verità è che queste persone sono veramente sfigati, vorrebbero essere ad una festa ed invece si ritrovano ad un funerale. Il proprio.
                           AVIS- SATIRA!

Un po' di satira fa bene anche all'Avis la donazione di sangue è importante è, ma vogliamo farlo con un sorriso sulle labbra: meglio dire una cosa seria sorridendo, che una stupidata seriamente... E allora largo al divertimento...
     Per risolvere il problema delle zanzare estive, prima di andare in vacanza, donate il sangue! Noi moriremo dissanguati, ma loro, bastarde, moriranno di fame! (Henry Zaffa)
     Un colpo alla banca del sangue e' stato miracolosamente sventato da un medico di base che moltiplicandosi per l'altezza e dividendosi per due si e' poi asportato chirurgicamente dalla faccia della Terra. (Maurizio Bono)
     Trombo: Grumo di sangue lascivo. (El Matador)
     Mi gira attorno. Mi ha anche punto. Ma non riesco ad ammazzarla. Non posso. Dopotutto, è sangue del mio sangue. (Erfonsinghelberg)
     In un negozio di TV Hi-Fi : «Ma perché si chiama "Schermo al plasma?». «Perché è talmente caro che per comprarlo ci si cava il sangue!»
     Modestamente, la circolazione ce l'ho nel sangue. (Toto')
     «Basta spargimento di sangue!» come dicevano i Tampax. (Mauroemme)
     «Oggi non sono in vena di battute» come disse la goccia di sangue nella provetta delle analisi in attesa della partita di tennis
     «Ha la cucina nel sangue, ma una pessima circolazione!». (Frase di Omen - Raul Cremona - quando parla delle doti culinarie della donna)
     Cosa fanno un piastrino e una piastrina in un vaso? Trombano!
     Quel cavallo era davvero un purosangue. Infatti dopo una corsa si coagulò. (Mauroemme)
     Per ora voglio solo fermare la perdita di sangue... per quanto sia più alcool che sangue. (Da "Sierra Charriba")
     In una scuola media, un prof di scienze naturali sta tenendo una lezione sulla circolazione sanguigna. Volendo fare un esempio pratico ice ai suoi studenti: «Vedete, se io camminassi sulle mani per un certo tempo, il sangue si accumulerebbe nella testa e il viso mi diventerebbe tutto rosso. Siete d'accordo?». «Sì !». «Bene, ora mi potete spiegare perché quando mi metto in posizione normale il sangue non si accumula nei miei piedi?». Pierino alza subito la mano e risponde: «E' perché i suoi piedi non sono vuoti...».
     «Chi e' Tatiana? Tatiana e' n'amica mia grassa, talmente grassa... che il sangue le va in circolo in metropolitana!». (Gabriele Cirilli)
     «Dottore, dottore, come sono andate le mie analisi del sangue?». «Analisi? Da schifo. Lei ha il 98% di alcool nel sangue!». «Solo il 98%? Maledetto ghiaccio!». (Mauroemme)
     Vedi, il problema è che Dio mi ha dato un cervello ed un pene, ma sangue a sufficienza per farne funzionare solo uno per volta. (Robin Williams)
     E' talmente ignorante che lo bocciano anche agli esami del sangue. (Pozzoli e De Angelis)
     Avevo una fidanzata che aveva la borsetta piena di sangue. Ci teneva dentro le sue cose.
     Chuck Norris dona frequentemente sangue alla Croce Rossa. Non il suo. (Ludico Net)
     Tagli alla Sanità. Dovevo fare le analisi del sangue, ed ero un po' preoccupato per i recenti ennesimi tagli alla sanità. L'infermiera mi ha visto un po' teso, ha riso dei miei timori e mi ha detto di non preoccuparmi, così mi sono deciso e ho fatto l'esame. Oggi sono andato a ritirare i risultati, apro la busta e leggo: - Sangue tipo: liquido; - Risultato Analisi: colore rosso con sottile orlo magenta ambrato, profumo classico e intenso, con sentori esotici e impalpabili di cisto e ferro alfa, che si proiettano su uno sfondo impenetrabile di trigliceridi, colesterolo e ves. Il palato è un po' salato, elegante e al tempo stesso vigoroso, su un tessuto di piastrine muscolari e di aromi primari pronunciati che confluiscono in un finale apparentemente interminabile. Consigliato con primi piatti dietetici e a basso contenuto di grassi.
     La maestra cerca di spiegare ai suoi alunni la circolazione del sangue. «Dimmi Marina, se io mi mettessi a testa in giù, cosa succederebbe?. «Che ci metteremmo tutti a ridere signorina!"». «Va bene, ma cosa succederebbe alla mia faccia?». «Penso che diventerebbe rossa». «Perché se ho la testa in basso, il sangue vi si riversa. Giusto?». «Ehm.. credo di sì signorina». «Allora Marina, puoi spiegarmi perché invece quando sono eretta, il sangue non mi affluisce ai piedi facendomeli diventare rossi?"» «Penso che sia.. perché i suoi piedi non sono vuoti signorina!».
     Due globuli rossi rubano una piastrina. «E adesso  che facciamo? Siamo ricercati». Dice l'altro «dobbiamo sparire dalla circolazione».
     Indetto concorso per donatori di sangue. Al vincitore verrà dato in premio una tv al plasma. (rafrasnaffra)
     Non posso lavare le offese col sangue perché sono anemico: pazienza! (Toto')
     «Queste offese si lavano col sangue!!». «Col sangue no». «E come lo vogliamo lavare, col sapone Poppia?». (da "Toto'' truffa")
     Mia moglie non mi capisce. Io le parlo col cuore in mano, e lei mi urla di non grondare sangue sul pavimento pulito!
     Le donne hanno una circolazione sanguigna alla zuava. Il sangue gli arriva solo fino alle ginocchia. Sotto sono clinicamente morte.
     Nuovo film di Dracula: Dracula, notte prima degli esami del sangue. (Viva Radio2)
     Che differenza c'è tra un vampiro e un ispettore delle imposte? Il vampiro succhia sangue solo di notte.
     Tra i due non correva buon sangue, al massimo camminava. (Flavio Oreglio)
     «No globul»... il movimento dell'orgoglio anemico. (Zanzara)
     Non possono esistere cavalli "purosangue"! Dai insomma, non starebbero in piedi senza ossa, muscoli, tendini... (Boris Abito)
     Dopo mangiato Chuck Norris aspetta sempre due ore prima di fare un bagno di sangue.
     Modestamente, la circolazione ce l'ho nel sangue. (Urbano Cacace in "Le motorizzate", 1963)
     Il cinema è solo una moda passeggera. È il dramma in lattina. Il pubblico vuole vedere storie di carne e di sangue rappresentate in palcoscenico. (Charlie Chaplin)
     In morte di un cavallo: sangue e avena. (Gino Patroni)
     Cosa fa un bambino in una pozza di sangue? Sta masticando una lametta. (Comix)
     Dal barbiere: «Come la vuole la barba?». «Ben cotta!». «?!?!». «Beh, non al sangue!».
     Carabinieri: "Ieri ho fatto un esame e mi hanno bocciato". "E con che voto?". "Rh negativo!".
     Carabiniere preoccupato al collega: «Domani devo fare l'esame del sangue». «E allora?». «Si', ma non ho studiato niente!».
     «Non sono in vena» disse la goccia di sangue alla siringa (o l'ago alla siringa).
     Sara e Buontempo sono marito e moglie. Mentre Buontempo e' a caccia Sara si ferisce e perde sangue sporcando tutta la casa. Quando Buontempo torna e vede il sangue si spara. MORALE: Rosso di Sara Buontempo si spara.
     Che differenza c'e' fra il 730 e un film di Dario Argento? Nel 730 si versa piu' sangue.
     Un uomo prende un rasoio e ZAC. Si taglia una vena. E da dove doveva sgorgare sangue, provengono invece delle parole: «Nel mezzo del cammin di nostra vita...». Vi abbiamo presentato: "La vena poetica".
     Non ho mai fatto sesso in vita mia. Quando si alza mi va via il sangue dalla testa e svengo.
     Perché e' più cara la Banca dello Sperma che la Banca del Sangue? Perché lo sperma e' fatto a mano.
     Colmo per un matematico: avere il gruppo sanguigno 0 positivo.
     Non mi fido di nessun animale che sanguina per una settimana e non muore! (I don't trust any animal that bleeds for a week and doesn't die!).
     Mia madre era cosi' ubriaca, ma cosi' ubriaca che aveva il 2% di sangue nell'alcool. (Robert De Niro)
     Un padre inquieto una sera prende sua figlia a quattr'occhi e le dice: «Non  mi piace il tuo nuovo fidanzato: e' rozzo, ordinario, sporco e stupido». «Oh no, papà. Roberto e' molto più intelligente di quanto pensi. Pensa che sono solo 2 mesi che ci conosciamo ed e' riuscito a guarirmi di quella brutta malattia che mi faceva perdere tanto sangue ogni mese...».
     Quell'uomo beveva cosi' tanto, che quando gli dovettero fare gli esami, il sangue non glielo presero con la siringa, ma alla spina! (Gialappa's Band)
     Cosa fanno all'ospedale due medici con le buste delle trasfusioni? Si picchiano a sangue.
     Uno scozzese entra in un negozio e compra una bottiglia di ottimo whisky. Uscito dal negozio, mentre attraversa la strada, un'automobile lo investe. Il tizio rimane steso a terra tutto ferito, sente qualcosa di liquido che gli cola lungo la gamba ed esclama: «Dio... fai che sia sangue...».
     Qual e' la differenza fra un avvocato e una sanguisuga? La sanguisuga smette di succhiarti il sangue dopo che sei morto.
     Il riso fa buon sangue, il vino mantiene il colore.
     «La vedo nera» come dissero i globuli bianchi.
     Non voglio dire che mio padre fosse un ubriacone... Certo che quando gli dovevano prelevare del sangue anziche' usare la siringa usavano il cavatappi...
     Cosa dice un globulo bianco ad un virus? SPARISCI DALLA CIRCOLAZIONE!!!!
     Vado in ospedale a fare un prelievo di sangue. Mi piace averne sempre un po' di scorta in casa.
     Una triste storia. Piastra ebbe due figlie: Piastrina e Piastrella. Fra loro non correva buon sangue, Piastrina era troppo venale e Piastrella troppo attaccata al muro. Un giorno Piastrina conobbe R.H., un tipo sanguigno, negativo ma sincero: buon sangue non mente. Un giorno, stufo di giugulare, le chiese: «Trombi?» e lei rispose «No, la circolazione è OK, grazie». Allora R.H. le diede dell'immunodeficiente e lei se ne andò a vascolare da un'altra parte. La sorella Piastrella, invece, era un tipo quadrato ma dall'animo fragile. Un giorno si guardò allo specchio e si chiese: «Parquè?"» Volle sentirsi diversa dalle altre, più maiolica, e si mostrò a muro tutta scollata. Muro rimase impietrito, e la mollò. Lei cadde in una profonda depressione, si sentiva a terra, era veramente a pezzi.
     Va bene, va bene! Lo capisco che non sono accettato dal fatto che non sanguino. (Groucho di Dylan Dog)
     Ai politici preferisco le zanzare: hanno più stile nel succhiarci il sangue. (Gianni Monduzzi)
     Odio il fatto che quando hai bisogno di una penna non ne trovi mai una e finisci per dover tagliare la gola a qualcuno solo per usare il sangue come inchiostro. (Paul Hancox)
     A New York e' stato tutto pianificato. Il sindaco Giuliani ha passato molto tempo cercando di ripulire la metropolitana. Tant'è vero che esistono molte regole e regolamenti nuovissimi. Ad esempio, chi va in metropolitana e resta coinvolto in una sparatoria, è tenuto a pulire la propria pozza di sangue. (David Letterman)
     Qual e' la differenza tra un avvocato ed un vampiro? Il vampiro succhia il sangue solo di notte.
     Niente violenza, per favore! Il sangue mi fa impressione, specie se è il mio!  (Groucho di Dylan Dog)
     Un globulo rosso ad un globulo bianco: «Non ti strusciare che ho la coagulazione precoce». (Aureliana Palermo)
     «E' suo quel sangue?». «In parte sì». (Edward Norton in "Fight Club")
     Era cosi' povero e malnutrito che le zanzare gli donavano il sangue.
     Colmo per un globulo rosso: sparire dalla circolazione.
     I miracoli delle donne: 1) si bagnano senza toccare l'acqua; 2) perdono sangue senza ferirsi; 3) fanno il latte senza mangiare l'erba; 4) rompono i co****i senza toccarli.
     Inserzione: Causa trasferimento infermiere vende purosangue.
     Cosa fa una goccia di sangue in un campo? Il marchese del grillo...
     Esistono i globuli rossi, esistono i globuli bianchi, e' chiaro che debbono esistere anche i globuli rose'... (Jean Carmet)













 
2011 :

ANNO EUROPEO

 DEL VOLONTARIATO



                         BUON ANNO!

"Buon Anno"

Un buon Anno alle Donzelle
quelle brutte e quelle belle,
e che l'Anno che verrà
ne mantenga le beltà.
E però, che sia foriero,
di quel poco di umiltà
e decente vanità.
E chissà, che l'Anno nuovo,
una fata o un buon dottore,
rendan belle anche le brutte.

Un buon Anno anche ai maschietti,
quelli in gamba e quelli gretti,
agli onesti, ai disonesti,
ai furbetti di quartiere,
a quelli un po' guasconi,
ma sì, anche ai coglioni,
che purtroppo sono tanti
con l'Aureola dei Santi.

E che sia un Anno sincero!

Che sancisca per davvero
quel che il Mondo fa girare.
Senza ostacoli o tabù,
che sia un Anno d'Amore
abbattendo ogni pudore.
Che le Donne brutte o belle
chiedan tutte come pazze:
"Voglio un Anno a tutto....CAZZO"
E i maschietti a squarciagola
cantino in coro,
senza invidia:
"Viva la Donna, Viva la...FIGA!!!!"

lunedì 27 dicembre 2010

BLOWME..... POMPINO... SUCCHIAMELA!!!!!

                            IL VIGLIACCO!



eh beh si può exere vigliacchi in vari modi e in diverse situazioni.le forme di vigliakkeria sono molteplici,e la definizione cambia a seconda delle necessità,o meglio l'attribuizione di vigliacco cambia a seconda delle necessità.
è vigliacco ki colpisce a tradimento,lo è ki mente,è vigliacco ki si tira indietro davanti a una responsabilità,lo è ki si nasconde,ma lo è anke ki ha tanto potere e lo usa in modo errato.è vigliacco ki si nasconde dietro a motivazioni,è vigliacco ki qll motivazioni le strumenta,è vigliacco ki fa delle scelte qnd sa perfettamente ke qll sue scelte saranno altri a scontarle,e ugualmente vigliacco è ki glielo permette.vigliacco è parlare nn dar seguito con gli atti alle parole,vigliacco è ki con qll stesse parole attira la gente.lo è ki nn ascolta xkè gli fa comodo,o ki ascolta ma cmq se ne frega.
bella la definizione ke ho trovato su un sito ke riporta la scannerizzazione di un vecchio(immagino) vocabolario:
sinonimo di codardo e vile,con questa differenza,che il codardo non ha coraggio,trema e fugge,il vile nè coraggio nè onore,e al vigliacco manca ancora il pudore.

                                IL VIGLIACCO E' UNO COME TE.....



Non esiste animale più meschino, stupido codardo, miserabile, egoista, malevolo, invidioso, ingrato del Pubblico. È il più vigliacco dei vigliacchi, perché ha paura di sé stesso.
William Hazlitt, Del vivere per sé stessi

domenica 26 dicembre 2010

SCRITTE NAPOLETANE...



  Scritte napoletane.


Scritte napoletane.

Mobilificio 1) Si vendono letti a castello per bambini di legno.
Mobilificio 2) Si vendono mobili del settecento nuovi.
Polleria 1) Da Rosalia- tacchini e polli. A richiesta si aprono le cosce.
Polleria 2) Polli arrosto anche vivi.
Polleria 3) Si vendono uova fresche per bambini da succhiare.
Fiorista 1) Si inviano fiori in tutto il mondo, anche via fax.
Abbigliamento 1) Nuovi arrivi di mutande; se le provate non le togliete più.
Abbigliamento 2) Non andate altrove a farvi rubare; provate da noi.
Autofficina 1) Venite una volta da noi e non andrete più da nessuna parte.
Autofficina 2) Si riparano biciclette anche rotte.
Lavanderia 1) Qui si smacchiano antilopi.
Negozio di mangimi 1) Tutto per il vostro uccello.


sabato 25 dicembre 2010

39 TIPI DI CACCA.......

                     LA CACCA!
1 - Cacca "fantasma":
quando uno sente che sta per cagare, ma quando si siede non esce nulla

2 - Cacca "fantasma 2":
è quella che, quando uno si volta verso l'interno della tazza per osservare con orgoglio la sua opera, è sparita

3 - Cacca "perfetta" o "pulita":
quando uno caga, si pulisce e vede che la carta igienica è perfettamente pulita, pronta per soffiarcisi il naso

4 - Cacca "umida" o "liquida":
quando, non importa se ti sei pulito 50 volte, continui a sentire il culo umido; quindi decidi di porre un po' di carta igienica tra il culo e le mutande, ed esci dal bagno dissimulando l'incomodo

5 - Cacca "ancora" o "a due tempi":
quando hai cagato, ti stai sollevando i pantaloni e a meta' strada, all'altezza delle ginocchia, senti che tuttavia devi ancora cagare un po'

6 - Cacca "Hulk":
è quella nella quale il semplice fatto di andare a cagare si converte in uno sforzo smisurato che ti gonfia le vene del collo e ti fa salire il sangue alla testa, facendoti correre il rischio di un’embolia; stringendo pugni e denti, termini esausto e verde dallo sforzo.

7 - Cacca "isola":
quando la cagata è di tali proporzioni epiche che la merda supera il livello dell'acqua nella tazza, formando una piccola montagna di terra asciutta; solitamente richiede due o piu' pressioni del bottone perchè scenda completamente per lo scarico

8 - Cacca "esplosiva" o "scoreggiona":
viene accompagnata da gas rumorosi e di solito viene ascoltata da tutti coloro che si trovano in casa; a prova di sismografo; ha provocato un sacco di falsi allarmi a Baghdad

9 - Cacca "alcolica" o "del bevitore":
molto comune dopo una notte di bevute; è caratterizzata dalle spennellate che lascia sulle pareti della tazza; è di colore nero, eccessivamente odorosa ed ha una consistenza poco solida; sua caratteristica principale sono i segni di frenata lasciati sul fondo del water.

10 - Cacca "vorrei ma non posso":
quando uno sente la necessita' di cagare e si siede sulla tazza, pero' dopo alcuni minuti senza riuscire a cagare decide di riprovare piu' tardi

11 - Cacca "a pannocchia":
Il nome dice tutto. Provoca disistima di se stessi

12 - Cacca "parto difficile":
tanto dolorosa ad uscire che ci si chiede se lo stronzo stia uscendo di traverso

13 - Cacca spezza-vertebre:
è quella che all'uscita provoca dolori tipo parto, ti chiedi se da un momento all'altro il tuo ombelico cederà, la pancia comincerà ad esplodere e che sia il caso di fare un taglio cesareo

14 - Cacca "splash":
esce tanto veloce e pesante che, cadendo nell'acqua, ci bagna le natiche facendoci incazzare.

15 - Cacca "esorcista":
esce mezza verde e mezza gialla, che uno pensa che il suo culo deve essere posseduto dal demonio.

16 - Cacca "alta societa'":
quella che non ha odore.

17 - Cacca "spia":
quella che, dopo aver tirato la catena, riemerge a sorpresa.

18 - Cacca "da esposizione":
la classe di cagata tanto mostruosa che èdifficile credere sia stata prodotta da un essere umano; il creatore suole lasciare la sua opera nella tazza perchè tutti possano apprezzarla ed evita di bagnare la carta igienica per non ostruire la visione della sua opera

19 - Cacca "disintegrabile":
è quella che esce in forma solida abbastanza, ma quando uno preme il bottone pare esplodere in mille piccoli pezzi

20 - Cacca "goccia di candela":
è quella che si trova marcata come un sigillo nelle mutande nelle mutande (altro nome: tarzanello, tobia)

21 - Cacca "Dracula":
è quella che lascia sangue sulla carta igienica

22 - Cacca "stalattite":
è quella che sembra venire in una volta sola e per quanto uno possa corrugare l'ano non si spezza; solitamente rimane appesa finchè uno non inizia a dimenare le anche

23 - Cacca "sorpresina":
è il tipo di cagata che uno pensa di poter contenere, per cui decide di non andare in bagno; pero', indovina cosa? Sorpresina!!

24 - Cacca "Babbo Natale":
è tanto voluminosa che uno si chiede come fara' a passare per lo scarico una volta premuto il bottone

25 - Cacca "Titanic":
è quella che gallegga e sembra essere inaffondabile per la sua imponenza, anche se prima o poi...

26 - Cacca "arcobaleno":
il tipo di cagata che contiene almeno sette colori distinti

27 - Cacca "orgogliosa":
quando uno lotta tanto con lo stronzo che, una volta uscito, la prima cosa che fa fuori dal bagno è raccontarla agli amici

28 - Cacca "dietetica":
quando si caga tanto che si perdono almeno 3 chili

29 - Cacca "rituale":
quella che si fa alla stessa ora, giorno dopo giorno; genera usanze come "non posso dormire se non cago alle 22.30..."

30 - Cacca "brontolona":
è il tipo di cagata di dimensioni tali che non esce senza assistenza di un forte suono vocale

31 - Cacca "mosca":
è quella che rimane appiccicata alle pareti della tazza e non vuole scendere; richiede un pezzo di carta piu' piccolo

32 - Cacca "anonima":
compare misteriosamente nelle tazze e nessuno ne rivendica la paternita'

33 - Cacca "suicida":
è lo stronzo che inizia a scendere da solo per lo scarico prima ancora di premere il bottone

34 - Cacca "e adesso?":
capita quando uno, finito di cagare, osserva che non c'è carta; si usa sacrificare i fogli del quotidiano o rivista che si ha in mano, un calzino ed il tubo di cartone del rotolo terminato, spiegato da capo a capo ed avvolto e svolto varie volte per conferire morbidezza al materiale risultante

34 - Cacca "DLL":
per quanto ti pulisci ti rimangono sempre pezzetti attaccati

36 - Cacca "da peperoncino":
quella cacca fatta dopo una scorpacciata di pietanze piccanti, che esce senza dare problemi di eccessiva durezza o ostilità ma ustiona lo sfintere come una palla di fuoco.

37 - Cacca "bagna-chiappe" (tuffo a bomba):
è quella che esce così velocemente da sguazzarti il culo all'impatto con l'acqua del water. Statisticamente molto probabile quando devi utilizzare bagni pubblici

38 - Cacca "penzolante":
questa cacca si rifiuta di staccarsi dal tuo sedere e rimane a dondolare sospesa per interminabili secondi. Tu speri di riuscire a staccarla con qualche colpo d'anca ben assestato ma lei non ne vuol sapere di mollare la presa. Ti tocca improvvisare un su è giù con tanto di squat: lei si stacca ma provoca gli effetti della cacca liquida

39 - Cacca "a sorpresa":
quando non vai al bagno convinto di dover fare solo una piccola puzzetta et voilà, una bella pallina di cacca ti riempie i calzoni

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!!

                    ODIO BABBO NATALE!

Non  c'è niente da dire né da spiegare: Natale mi fa schifo punto e basta. Sì, odio il Natale, e allora? E poi non è che odio solo il Natale, odio il Natale e tutto quanto gli ruota intorno. Le palline colorate. Luccicanti. Scintillanti. I festoni che penzolano dalle finestre. Le vetrine con la neve finta. I pacchi regalo con la carta riciclata. Odio le strade di Natale. Odio le compere di Natale. Odio perfino l'odore del Natale.
Già.

E le canzoncine? Poco irritanti le stupide canzoncine?

Bhe, giro per le strade e incontro bambini che urlano ai genitori il diritto di avere in regalo nell'ordine: un trenino che va davvero a carbone (Dio salvi le tende della mamma!), un modello di PlayStation così tridimensionale che si diventa tre volte deficiente, un robot emancipato, una pistola giocattolo con proiettili così simili a quelli veri che se ti colpiscono t'ammazzano, la Barbie che batte, Ciccio Bello sifilitico, un'astronave a grandezza naturale che per tenerla in garage papà lascerà fuori la Punto, Goku di peluche che sputa catarro...

Tutto qui. Urla il pargolo, dice che non può vivere senza, no. "Bastardi" grida istericamente.

Camminando per le strade vedo luminarie così brutte che mi vengono i brividi. File di luci a comporre stelle comete, frutta gigante, slitte tirate da renne senza corna (alcune lampadine sono fulminate) e pacchi regalo galattici. Vedo chiese contornate da luci che sembrano rincorrersi, così veloci che se non distogli lo sguardo ti viene il vomito. La città è in preda a una crisi elettrica... Si vergogna di com'è conciata, poveretta, potesse parlare! Dalle porte dei negozi escono immancabili le note di Jingle Bells, maledetto anche colui che l'ha scritta!

Poi la gente... La gente mangia fino a scoppiare. Frutta candita... Zucchero filato... Mi si cariano i denti alla vista! Sciarpe rosse abbinate a berretti e guanti rossi pure loro, come tanti piccoli Babbi Natale...Tutti portano borsine che straripano doni da impacchettare. La corsa per acquistare qualcosa da mettere per le feste è appena cominciata...Sì perché a Natale ci vuole biancheria nuova. Scarpe nuove. Giacche nuove. Maglie nuove. Gonne nuove. E poi il sorriso di sempre, quello finto, quello troppo tirato per essere vero, quello che denuncia quanto dobbiamo essere felici piuttosto di quanto lo siamo davvero.

E c'è pure freddo a Natale. Quel freddo che starei a letto tutto il giorno. Da solo. Raggomitolato nelle coperte a godermi un santo caldo e la mia santa presenza. In silenzio. Con pensieri tutt'altro che natalizi. Fa così freddo che quando esco mi devo conciare come un esquimese d'inverno. Goffo che non riesco a afferrare gli oggetti. Cammino come uno spastico investito da una macchina pochi giorni prima. Il vapore del respiro poi mi rende cieco. La cuffia sordo. Non riesco a piegare le braccia. Non articolo le caviglie. Sbuffo... Maledico il freddo e me stesso per aver abbandonato, chissà poi perché, il letto.

Sì, un freddo che concilia il silenzio. La solitudine. Un freddo che spinge a non sorridere per non spaccarsi le labbra (odio pure il burro cacao!). Che mi spinge a non parlare con alcuno.

Vago come un sonnambulo che sogna qualcosa di troppo irreale per essere vero. Troppo dolce. Troppo melenso. Troppo artificiale. Finto. Programmato. Impossibile.

Cazzo.
I passanti spintonano per passare. Tutti che hanno una maledetta fretta natalizia.

Quasi in preda a una crisi isterica raggiungo l'entrata di un grande magazzino. Un iper, così iper che il parcheggio potrebbe fare provincia. Mi volto indietro a guardare una rissa tra un vecchio e una casalinga, un tamponamento tra due extracomunitari e una scazzottata per l'ultimo carrello disponibile. Poi entro in un lungo corridoio dove i carrelli sembrano macchine di formula uno lanciate verso la prima curva. Uno scarta a destra, l'altro supera a sinistra. Quello urta il sedere della cicciona. Uno frena di colpo, un altro schiaccia contro la parete un bambino col nonno. E io, spinto a tutta birra da chi mi sta dietro, derapo in una pista più larga, in un caldo che neanche a Calcutta il 15 di Agosto.
Entrato!

Dentro l'aria è irrespirabile. Tutti fanno un gran vociare. Arrivato davanti agli articoli sportivi vengo raggiunto e fermato da uno spilungone claudicante vestito da Babbo Natale. La barba bianca gli sta di traverso sulla faccia. Quando parla gli si vedono gli incisivi spezzati. Puzza terribilmente e mentre cerca di estorcere qualche soldo, in cambio di caramelle scadute, intercala le frasi con bestemmie tutt'altro che natalizie. Cazzo e figa come se piovesse!

Mi parla ma il suo sguardo non sembra vedermi. Dice cose gesticolando come un malato di mente. Mi tira la giacca... Inseguendomi perde per strada una scia di caramelle fuori produzione da anni. Poi mi strattona appioppandomi nomignoli tipo "povero coglione" o "sacco di merda". Un tipico Babbo Natale gentiluomo delle favole moderne...

Tiro dritto senza degnarlo di attenzione, faccio finta di non sentirlo, di non vederlo e di non annusare il suo fetore. Ma lui non molla, non cede: è testardo. Mi insegue tra le persone stracariche di roba. Giro a destra facendo la curva in derapata e anche lui gira a destra. Faccio la gimcana tra materiale in esposizione e lui ancora dietro. Accelero all'improvviso, poi curvo a sinistra. Mi faccio scudo con uomo sulla sessantina, corpulento. Gli butto incontro sei bambini che urlano frasi dei cartoni animati giapponesi. Poi stremato mi infilo, con mossa repentina, nel cesso di servizio. Passano dieci secondi. Venti. Un minuto. Ce l'ho fatta. Evviva. Mi ha perso, fottutissimo babbo Natale, ti ho fregato!

Ma poi la porta si apre e lui entra. Mi guarda. "Beccato", dice.

Seduti davanti a un grande bar beviamo coca e mangiamo pizzette con salsiccia malsana: ha un retrogusto che è meglio non indagare. Il tutto offerto da me. Enrico, il Babbo Natale atipico, veniva nella mia scuola: noto delinquente era stato più volte bocciato infilandosi nel tunnel della droga. Era un po' che non lo vedevo, avevo dimenticato fosse esistito. Lui non ricordava di avermi conosciuto, annuiva come fanno gli stranieri che si sono persi. Gli raccontavo qualche aneddoto sulla sua carriera scolastica. Quando alla lavagna si tirò fuori il coso davanti alla prof di matematica. Quando fu beccato a fumare spinelli nell'ora di religione. Quando tirò una sassata dalla finestra colpendo una pattuglia di sbirri.
E quando, dulcis in fundo, fece a pugni col preside.

Aveva vaghi ricordi. Sorrideva con uno sghembo sorriso. Ebete per giunta.

Si faceva di nuovo di eroina, forse ancora per poco. Era chiaro, lampante. Inequivocabile. Era drogato, drogato pesto. Povero Enrico... Un babbo Natale tossico mi doveva capitare!

Lasciato l'amico in balia di un altro trancio di pizza, forse letale, mi allontano furtivo. Guadagno l'uscita evitando i colpi di uomini disposti a uccidere pur di arrivare al parcheggio. Giunto al piazzale mi volto a vedere le luminarie con Jingle bells che mi rimbomba nelle orecchie. Vedo un mega babbo natale ciccione, fatto di mille lucine, che sorride. Rifletto. Il logo del Natale che campeggia, come fosse Dio... "Pagheranno il copyright a qualcuno per quella faccia?" mi chiedo.

Infine, sconsolato, senza energie e intirizzito da un freddo più intenso di quello lasciato all'entrata, guardo la fiumana di carrelli troppo pieni per essere veri. Mi soffermo a fare calcoli mentali di quanta inutilità esca da quel posto. Ci si sfamerebbe uno stato dell'Africa con ogni probabilità, penso. E poi quante cazzate e quanti soldi buttati! Si dice che a Natale siamo tutti più buoni, ma con chi lo siamo? Dov'è tutta la bontà? Nella sporta della spesa? Bho..

Alla fine di questo pensiero scorgo un carrello spinto a fatica da tre facce conosciute. Marito, moglie e figlio. Il piccolo, poco più avanti, urla come un agnello squartato. Grida di muoversi mentre succhia un mega lecca-lecca e tiene con l'altra mano una pistola che sembra vera. Quando capisco chi è so con precisione cosa contiene il carrello senza doverlo guardare. Un Goku scatarrone di peluce. Un'astronave più grande di un'automobile. Barbie puttane e Ciccio Belli malati...

Prima di uscire dalla visuale il bambino mi guarda e fa un dito medio, piccolo e piuttosto cicciotto. Quasi bellino.

Bastardo...

Odio il Natale.

Non ne voglio più sapere. Mi chiudo in casa, seduto nel mio cazzo di divano accendo la tv e faccio lo slalom tra commedie natalizie, pubblicità di panettoni e programmi dove le veline sono agghindate a veline di Natale.

Finalmente!

(Penso: anche quest'anno, presto o tardi, passerà!)



ahahahha adesso sforzatevi anche a leggere!!!!




venerdì 24 dicembre 2010

giovedì 23 dicembre 2010

GLI STOLTI DI PALTALK....

   SULLA BOCCA DEGLI STOLTI!

Sulla bocca degli stolti

"Il riso abbonda sulla bocca degli stolti" recita un detto più antico della nostra lingua. "Una risata vi seppellirà" è uno slogan rivoluzionario che fu molto in voga nei tardi anni Settanta, epoca di Indiani Metropolitani e Mao-dadaisti. E, d'altro canto, è noto sin dai tempi di Molière che si piange con il cuore ma si ride con il cervello...
Si sa, non si può pretendere che il sapere popolare costituisca un corpus di massime coerenti, eppure presumibilmente la prima delle tre massime resta accettabile anche da chi sostiene le altre due, e pensare che la risata possa essere un'arma vincente contro un potere oppressivo o comunque una dimostrazione di intelligenza non impedisce di diffidare di chi ride troppo spesso o di troppe cose. Si dirà: il riso che abbonda sulla bocca degli stolti non è lo stesso riso che infastidisce i potenti e diletta gli intellettuali. Ma allora, c'è un riso buono e un riso cattivo? Oppure è semplicemente un male ridere troppo? E in entrambi i casi, quale sarà la linea di confine tra il riso buono e quello cattivo, o tra una giusta quantità di riso e una eccessiva?
O non sarà che la bontà o meno del riso dipende semplicemente da ciò di cui si ride, per cui è stolto l'altro che rida di cose sulle quali a parer mio non c'è nulla da ridere? Questa ultima osservazione è probabilmente prossima a quello che verosimilmente accade, ma non sembra aver a che fare con il senso del proverbio latino, che si limita semplicemente a registrare un'abbondanza di riso tra coloro che possono essere giudicati stolti; suggerendo altresì che una semplice eccessiva propensione al riso basti per rendere qualcuno sospetto di stoltaggine. (Sospetto - si badi bene - e non stolto provato, altrimenti la risata astuta stampata sulla faccia di Roberto Benigni ce lo dimostrerebbe stolto, quale non è - e d'altra parte, una buona fetta della sua arte consiste proprio nel fingersi stolto, e mostrare come talvolta lo stolto può vedere quello che al savio è precluso...)
Detti popolari e contraddetti morali
Comunque sia, se è vero che si ride con il cervello, l'abbondanza di riso dovrebbe dimostrare che si fa largo uso di tale organo, anziché il suo contrario. Se pur questo sembra essere nuovamente il caso della comicità di Benigni, e fortunatamente non solo della sua, l'elenco dei ridanciani di grande talento non sembra togliere prestigio all'antico adagio. Insomma, pare che dobbiamo rassegnarci a tenere per valide, perlomeno in linea di principio e assumendo la possibilità di eccezioni locali, tutte e tre le massime: accettando dunque che la risata, pur essendo un prodotto del cervello anziché del cuore e pur potendo destabilizzare i potenti, sia qualcosa che in grande quantità si trova principalmente sulla bocca degli stolti.
Un intellettuale occidentale non può tuttavia mandar giù così facilmente l'idea che uno strumento libertario e razionale possa essere tanto tranquillamente appannaggio degli stolti (quelli veri - giacché fingersi stolto può essere una strategia, come abbiamo visto). Dov'è allora l'inghippo? Io credo che stia semplicemente (ma non troppo semplicemente) nel modo in cui guardiamo le cose; e in una considerazione di fondo tutt'altro che banale.
Cos'è, intanto, la risata dello stolto? Presumibilmente è la risata di qualcuno che ride di ciò di cui sarebbe meglio non ridere. Visto che siamo noi a decidere di cosa sia opportuno ridere e di cosa no, allora la risata stolta sarà sempre quella che in qualche modo ci infastidisce. Qualche volta ci infastidisce perché intende farlo - vuoi per ragioni ideologiche, vuoi per puro dispetto - e qualche volta per semplice e pura ignoranza manifesta di chi ride: entrambi i ridanciani ci appariranno stolti, ma quelli del secondo tipo ci appariranno ancora più stolti degli altri.
Il riso che abbonda sulla bocca degli stolti è evidentemente di quest'ultimo tipo: una produzione gratuita e maldirezionata, che non riesce a contenersi perché non ha una regola.
La risata rivoluzionaria, invece, è proprio quella che infastidisce perché intende farlo - e dal punto di vista di chi ne è il bersaglio non è proprio facile distinguerla da quella stolta tout court. E anche la risata intellettuale di Molière ha qualche caratteristica simile a quella rivoluzionaria.
Ridere con
Ma bisogna prendere in considerazione anche un altro elemento. Né lo stolto, infatti, né il rivoluzionario né l'intellettuale ridono da soli. Si ride sempre con qualcuno, che sia un amico, uno che la pensa come te, o anche solo l'autore della battuta, per quanto remoto nello spazio o nel tempo. La risata è comunque, prima di tutto, l'espressione di una complicità, del trovarsi d'accordo.
Non tutti ridiamo delle stesse cose. Ridere delle stesse battute significa condividere qualcosa. Vi sono cose tali che il solo pensiero che qualcuno ne possa ridere mi riempie di indignazione; e non solo perché ritengo che non se ne dovrebbe ridere, ma anche perché sono consapevole che il riderne è un modo per trovarsi uniti nell'opinione che si tratta di cose di cui si possa o debba ridere.
Il riso, insomma, unisce.
Unisce gli stolti che ridono dell'Olocausto, come gli oppositori politici che ridono del governo, e unisce pure i borghesi gentiluomini che ridono di se stessi, perché si considerano di così larghe vedute da poter accettare persino di poter essere oggetto di risata. Il riso unisce perché la messa in ridicolo di qualcosa o qualcuno presuppone un sistema di valori accettato da tutti. Se io non accetto il sistema di valori di un naziskin ben difficilmente potrò ridere delle stesse cose - e se questo dovesse accadere, sarebbe perché la battuta che ci ha fatto ridere entrambi fa leva su valori che ci sono comunque comuni; oppure perché è presente in essa un'ambiguità di fondo che permette a ciascuno di noi di interpretarla a proprio modo. E anche se così dovesse accadere, io riderei forse delle stesse cose, ma potendo lo farei di nascosto dal naziskin, perché il ridere assieme, il ridere con qualcuno è comunque un riconoscimento di complicità - come ben sanno i seduttori, che per prima cosa cercano di far divertire, e di far ridere la persona alle cui grazie mirano...
Ecco dunque forse la vera ragione per cui il riso abbonda sulla bocca degli stolti. Perché lo stolto è colui che vive di complicità non ragionate, che vorrebbe essere amico di tutti, d'accordo con tutti, indipendentemente dalle opinioni. E ride per creare facili amicizie. Salvo che i non stolti non ci cascano e lo stolto finisce per essere amico di tutti coloro che sono come lui, altri stolti sulla cui bocca il riso abbonda - e ci si incontra su una presunzione di comunità, su un desiderio di appartenenza, su una risata.
La risata che vuole seppellire gli oppressori è a sua volta l'espressione del vincolo che lega i rivoluzionari. In sé, essa potrà forse far male, ma difficilmente seppellirà un Pinochet al potere. Come espressione del vincolo invece, come luogo del riconoscimento collettivo, diventa un arma cruciale per unire le coscienze, e se pure el pueblo una volta unido potrebbe ancora essere vencido, a dispetto dei versi della canzone, sicuramente la sua forza sarà comunque molto maggiore.
Questo principio unificante, coesivo, della risata, è noto sia alle compagnie di amici che ridono insieme e così facendo sanciscono il sistema di valori che rende il gruppo coeso, sia agli animatori turistici che devono costruire l'unità di un gruppo disomogeneo. È noto ovviamente a chi fa politica, pure non rivoluzionaria, e non v'è dubbio che uno dei principi della satira sia quello di dare ragioni di unità ai propri lettori.
È noto infine - come se ne potrebbe dubitare? - a chi gestisce il consenso attraverso le televisioni, cospargendo il palinsesto di occasioni di risata il più delle volte davvero stolta, nel senso pieno che abbiamo visto sopra, cioè inutile, gratuita e maldirezionata - ma che anche quando stolta non è, contribuisce a creare la sensazione di fondo di essere con il 'grande fratello nostro' che tutto gestisce, di condividere con lui i valori più profondi, anche se non sappiamo bene quali siano. Sino al punto di permettergli di gestire davvero tutto, persino la nazione!
Se lo riguardiamo in questi termini, lo slogan dei manifesti degli anni Settanta sembra doversi tristemente ribaltare in qualcosa come "una risata ci sta seppellendo", e sarà probabilmente in gran parte quella risata che abbonda sulla bocca degli stolti, ma purtroppo non solamente quella. Alla luce di queste considerazioni, Molière aveva torto. Se presumibilmente si piange davvero con il cuore, quanto al ridere, il cervello sembra entrare in gioco davvero poco e troppo tardi!
Stolto è colui che si tormenta l’esistenza nell’assillante ricerca di fama e ricchezze, senza concedersi un attimo di tregua.

Tale è la bramosia di fama e di guadagno che alberga negli animi pervertiti. Non queste sole, ma tutte le cose, del resto, sono irreali, e non mette conto né di parlarne né di desiderarne.