Si definisce con molta chiarezza lo pseudopsicopatico come psicopatico solo sintomatico, dicendo che è un soggetto che manifesta tratti o tendenze sociopatiche, ma che in realtà è affetto da disturbi riconducibili al altre entità cliniche.
Pertanto molti autori di azioni psicopatiche risulteranno affetti da psiconevrosi o nevrosi del carattere.
In diversi casi questo tipo di pazienti rivela una struttura caratteriale che lo spinge a sfidare e ferire gli altri, specialmente se rappresentano l'autorità.
In questi pazienti la motivazione sembra conscia (nasce dal desiderio impulsivo o compulsivo), in realtà è inconscia e spesso trova punti d'appoggio in strane filosofie o ideologie. (si pensi agli squatters, all'estremismo violento di destra e di sinistra).
Sotto un profilo psicoanalitico, che rimane comunque l'orizzonte entro il quale ragiona, peraltro con molta autonomia, la sfida dello pseudopsicopatico è portata al super-io, quindi a tutti i nuclei autoritari della società, dal padre fino alla suprema carica dello stato.
Tuttavia, non compie la necessaria distinzione tra autorità ed autorità, tra giusta e razionale ed ingiusta ed irrazionale, e quindi finisce con il non cogliere che alla base di questo bisogno di ferire "il capo" vi potrebbe essere un inconscio bisogno di sapere, di avere una cultura negata, di eliminare il padre cattivo per avere finalmente il padre giusto, quello che ti consente di vivere come se non esistesse, perchè tu stesso sei diventato padre responsabile, o addirittura più responsabile.
In sostanza si arriva qui a cogliere che lo pseudopsicopatico potrebbe essere affetto da paranoia e che la paranoia stessa è determinata da idee fisse subconsce di megalomania.
<<Le due scienze più tristi: la psichiatria e la storia: una studia le debolezze dell'individuo, l'altra le debolezze dell'umanità.>>.
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