lunedì 13 dicembre 2010

BUGIARDO PATOLOGICO E COMPULSIVO ........ti rispecchia è? Blowme....

Bugiardi patologici e bugiardi compulsivi
Dott. Alessandro Pedrazzi

Un vostro conoscente, il fidanzato, vostra moglie vi dicono così tante bugie, e spesso senza nessuna utilità pratica, che vi viene il sospetto che ci sia  “qualcosa che non va”? Prima di tutto è bene comprendere la differenza fra bugiardi patologici e bugiardi compulsivi.
Il bugiardo patologico è colui che mente incessantemente per cercare ottenere qualcosa e lo fa senza troppo curarsi delle conseguenze che questo comportamento può avere sugli altri, fossero anche “solo” conseguenze emotive. In questo caso l’abitudine alla menzogna è vista come meccanismo per affrontare la realtà, un meccanismo sviluppatosi in età infantile che sovente è associato ad altre problematiche psicologiche. Il bugiardo patologico è in genere manipolativo, autocentrato e ben poco empatico rispetto alla dimensione psicologica delle altre persone.
Il bugiardo compulsivo invece non mente per raggiungere un fine specifico; mente semplicemente per abitudine e soprattutto perché mentire lo fare stare meglio di quanto starebbe dicendo la verità. Dire la verità per queste persone diventa un’impresa psicologicamente difficile, così mentono su qualsiasi cosa. La bugia compulsiva in genere si sviluppa nell’infanzia e in ambienti famigliari in cui la menzogna è necessaria. Questo tipo di bugiardo, diversamente dal precedente, non è manipolativo o almeno non lo è apertamente. La bugia diventa una risposta automatica ed irrefrenabile, compulsiva appunto. Il bugiardo patologico è anche definito bugiardo cronico o abituale.

Nonostante la tassonomia proposta, spesso è difficile delineare una reale differenza fra questi due tipi di persona, in quanto (come tutti noi) anche il bugiardo compulsivo può mentire in maniera finalizzata ad ottenere un risultato, facendogli “invadere” il campo del bugiardo patologico. Oltretutto chi vive a contatto con questo tipo di persone ha ben poco interesse a incasellarli in una o in un’altra categoria; semplicemente è difficile vivere con un bugiardo o con una bugiarda e tanto basta; la tassonomia, semmai, è utile allo psicologo. Il grosso problema quando si voglia intraprendere un percorso psicoterapeutico con coloro che vivono di menzogne è, prima di tutto, che la persona bugiarda arrivi al punto di essere consapevole del proprio comportamento e che questo suo modo di fare crei un danno all’ambiente circostante nella misura in cui ferisce l’affettività di coloro che sono a contatto con il bugiardo. La persona che mente ha internalizzato da così tanto tempo il meccanismo della menzogna che riesce a conviverci in modo egositonico e difficilmente percepisce il suo modo di fare come patologico. Il primo passo è quindi l’autoconsapevolezza. In seconda battuta va sottolineato che, come ogni altro comportamento che offre comfort e fuga dallo stress, la menzogna può creare dipendenza (tanto quanto la droga, l’alcol, …) ed è quindi un comportamento difficile da estirpare. Come per le tossicodipendenze, se da parte del paziente non c’è una forte alleanza con il terapeuta e soprattutto una fortissima motivazione a smettere, è difficile che si possa approdare a risultati davvero positivi. A rendere ancora più complicata la situazione, si può aggiungere che spesso il quadro di bugia patologica è accompagnato, o in parole povere è la punta dell’iceberg, di un più ampio e pervasivo disturbo di personalità, in genere narcisistico o borderline.
In ogni caso nulla può essere irrisolvibile, ed il consiglio è, una volta riconosciuto il problema, di rivolgersi ad un professionista qualificato che sappia ascoltare sia le verità del bugiardo che quelle di coloro che con il bugiardo patologico stanno vivendo
http://www.psicologoinrete.com/Articoli/bugiapatologica.html
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